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sabato 17 novembre 2012

Marlene Dietrich. Il tempo non guarisce tutte le ferite. E continuano a stupirmi la persistenza e il potere della tristezza sull’essere umano. Forse il tempo guarisce le ferite superficiali, ma non viene certo a capo di quelle profonde. Col passar degli anni, le cicatrici fanno male quanto le ferite. “Tieni alta la testa,” “mento in fuori,” “passerà anche questa,” ecc. sono tutti consigli che non servono a molto. L’importante è costruirsi un bozzolo intorno al cuore e non lasciarsi influenzare dal passato

Il tempo non guarisce tutte le ferite. E continuano a stupirmi la persistenza e il potere della tristezza sull’essere umano. Forse il tempo guarisce le ferite superficiali, ma non viene certo a capo di quelle profonde. Col passar degli anni, le cicatrici fanno male quanto le ferite. “Tieni alta la testa,” “mento in fuori,” “passerà anche questa,” ecc. sono tutti consigli che non servono a molto. L’importante è costruirsi un bozzolo intorno al cuore e non lasciarsi influenzare dal passato.
Marlene Dietrich



"Le parole possono ferire o spezzare il cuore, e anche l’anima. Non lasciano lividi, non rompono le ossa; perciò, per chi fa male con le parole non c’è la prigione”
Marlene Dietrich


MARLENE (Marie Magdalene) DIETRICH (Berlino 27/12/1901-Parigi 6/5/1992), attrice e cantante tedesca naturalizzata statunitense. Fra le più note icone della prima metà del Novecento, ha lasciato un'impronta duratura, con recitazione, stile e voce personalissimi. "Femme fatale" in grado di togliere il senno al malcapitato sedotto, come ne "L'angelo azzurro" di Joseph von Sternberg, che la consacrò star, ma anche dotata di fascino androgino. Sposata con un produttore americano e madre di una figlia, che nonostante i timori delle majors, non scalfì la sua immagine di ammaliatrice, era atea e orgogliosamente bisessuale: ebbe relazioni con personalità del cinema e della cultura. 
Si sottopose a una dieta ferrea e si fece levare quattro molari per avere un aspetto più etereo ed espressivo, agli abiti fasciati con lo spacco che svelano le favolose gambe, coperte da un'assicurazione, sostituì i pantaloni, anche nella versione da sera, frac e tuba, accostati ai boa di piume. in "Marocco" (1930), debutto cinematografico negli Stati Uniti, che le valse la nomination agli Oscar, diede vita al primo bacio omosessuale nella storia del cinema.


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