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domenica 19 febbraio 2012

Hermann Hesse, Il lupo della steppa. Ha una gran voglia di abbandonare quest'epoca, questo mondo, questa realtà e di rifugiarsi in n'altra realtà più consona a lei, in un mondo senza tempo. Lo faccia, caro amico, io la invito. Lei sa già dove si cela quell'altro mondo, sa che quello che cerca è il mondo della sua anima. Io non posso darle nulla che non esista già dentro di lei, non posso aprirle altre visioni che quelle del suo spirito.

«Come potrei non essere un lupo della steppa, un sordido anacoreta in un mondo del quale non condivido alcuna mèta, delle cui gioie non vi è alcuna che mi arrida? Non resisto a lungo né in un teatro né in un cinema, non riesco quasi a leggere il giornale, leggo raramente un libro moderno, non capisco quale piacere vadano a cercare gli uomini nelle ferrovie affollate e negli alberghi, nei caffè zeppi dove si suonano musiche asfissianti e invadenti, nei bar e nei teatri di varietà delle eleganti città di lusso, nelle esposizioni mondiali, alle conferenze pei desiderosi di cultura, nei grandi campi sportivi: non posso condividere, non posso comprendere queste gioie che potrei avere a portata di mano e che mille altri si sforzano di raggiungere».
Hermann Hesse, Il lupo della steppa, 1927


Chi pretende musica invece di miagolio, 
gioia invece di divertimento, 
anima invece di denaro, 
lavoro invece di attività, 
passione invece di trastullo, 
per lui questo bel mondo non è una patria.
Hermann Hesse, Il lupo della steppa, 1927


Per questo mondo odierno, semplice, comodo, di facile contentatura, tu hai troppe pretese, troppa fame, ed esso ti rigetta perché hai una dimensione in più. Chi vuol vivere oggi e godere la vita non deve essere come te o come me. Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria.
Hermann Hesse


Ha una gran voglia di abbandonare quest'epoca, questo mondo, questa realtà e di rifugiarsi in n'altra realtà più consona a lei, in un mondo senza tempo. Lo faccia, caro amico, io la invito. Lei sa già dove si cela quell'altro mondo, sa che quello che cerca è il mondo della sua animaIo non posso darle nulla che non esista già dentro di lei, non posso aprirle altre visioni che quelle del suo spirito.
Hermann Hesse, Il lupo della steppa

...Chi esce fuori dal modulo borghese inconsistente, debole, privo di vitalità, é il lupo della steppa di cui Hesse dice.....

"Nella borghesia c'è sempre anche un gran numero di caratteri forti e selvaggi. Harry, il nostro lupo della steppa, ne è un esempio caratteristico. Pur essendo sviluppato a individuo oltre le possibilità del borghese, pur conoscendo la voluttà della meditazione come anche le tetre gioie dell'odio e del disprezzo di se stesso, pur tenendo a vile la legge, la virtù e il buon senso, egli è un forzato della borghesia e non può sfuggirle."
Hermann Hesse, Il lupo della steppa




Ora la "borghesia", condizione immanente nell'umanità, non è altro che un tentativo di equilibrio, l'aspirazione a una via di mezzo tra gl'innumerevoli estremi e poli contrapposti della vita umana. .. il borghese .. non si abbandonerà mai all'ebbrezza né all'ascesi, non sarà mai un martire, non consentirà mai al proprio annullamento: al contrario, il suo ideale non è la dedizione, bensì la conservazione dell'io … (certo un io di sviluppo alquanto rudimentale). …A spese dell'intensità egli ottiene dunque conservazione e sicurezza invece che ossessione divina raccoglie tranquillità di spirito, invece che piacere agio, invece che ardenza mortale una temperatura gradevole.
Hermann Hesse, Il lupo della steppa

"Già”, disse ora “hai ragione tu. Si capisce che avremo di nuovo la guerra, non occorre leggere i giornali per saperlo. Certo, si può esserne rattristati, ma è una cosa senza valore. Sarebbe come rattristarsi perché, nonostante tutto quanto si possa fare contro, un giorno bisognerà per forza morire. La lotta contro la morte, caro Harry, è sempre una cosa bella, nobile e onorevole, dunque anche la lotta contro la guerra. Ma è anche sempre un gesto da Don Chisciotte, un gesto senza speranza.”
“Forse è vero”, esclamai con forza “ma con simili verità, come quella che bisogna pur morire tutti e che ogni cosa è quindi indifferente, non si fa che rendere la vita insulsa e superficiale. Dobbiamo dunque buttar via tutto, rinunciare allo spirito, alle aspirazioni, all'umanità, lasciare che continuino a dominare l'ambizione e il denaro e aspettare davanti a un bicchiere di birra la prossima mobilitazione?"
Hermann Hesse, Il lupo della steppa


'L'uomo ha la possibilità di darsi tutto allo spirito, al tentativo di avvicinarsi alla divinità, all'ideale della santità. Viceversa può anche darsi tutto alla vita istintiva, al desiderio dei sensi, e rivolgere tutte le sue aspirazioni all'acquisto di piaceri fugaci. Una di queste vie porta alla santità, al martirio dello spirito, all'annullamento in Dio. L'altra porta al godimento, al martirio dell'istinto, all'annullamento nella putredine ... Il borghese cerca di vivere nel mezzo fra l'una e l'altra. Egli non rinuncerà mai a se stesso, non si abbandonerà né all'ebbrezza né all'ascesi, non sarà mai un martire, non acconsentirà mai al proprio annullamento: al contrario, il suo ideale non è la dedizione, bensì la conservazione dell'io, la sua tendenza non mira né alla santità né al contrario, l'assoluto gli è intollerabile, egli vuole servire Iddio ma anche l'ebbrezzavuol essere virtuoso ma anche passarsela bene e comodamente su questa terra. Tenta insomma di insediarsi nel mezzo tra gli estremi, in una zona temperata e sana, senza burrasche e temporali, e ci riesce, ma rinunciando a quell'intensità di vita e di sentimento che offre una vita rivolta all'assoluto e all'estremo ... Per sua natura dunque il borghese è una creatura di debole slancio vitale, paurosa, desiderosa di evitare rinunce, facile da governarePerciò ha sostituito al potere la maggioranza, alla violenza la legge, alla responsabilità la votazione."
Hermann Hesse, Il lupo della steppa


Ma se per la tua gioia hai bisogno del permesso di altri, sei proprio un povero sciocco.
Hermann Hesse , Il lupo della steppa



«Ragazzo mio, tu prendi troppo sul serio il vecchio Goethe. 
Non bisogna prendere sul serio i vecchi già defunti: altrimenti gli si fa torto. A noi immortali non piace esser presi sul serio, ci piace scherzare. La serietà, caro mio, è una nota del tempo: nasce, te lo voglio confidare, dal sopravvalutare il tempo. Anch’io una volta stimavo troppo il tempo e desideravo però di arrivare a cent’anni. Ma nell’eternità, vedi, il tempo non esiste; l’eternità è solo un attimo, quanto basta per uno scherzo.»
Hermann Hesse, Il lupo della steppa


Allora avvampa dentro di me un desiderio selvaggio di sentimenti forti, spettacolari, una rabbia contro questa vita piatta, sfumata, normale e sterilizzata, e una voglia folle di fracassare qualcosa, non so, un magazzino o una cattedrale o me stesso, di commettere pazzie temerarie, di strappare la parrucca a un paio di idoli venerati, di fornire a qualche scolaro ribelle il desiderato biglietto ferroviario per Amburgo, di sedurre una ragazzina o di torcere il collo a qualche rappresentante dell’ordine borghese nel mondo. Questo infatti ho più che mai odiato, aborrito e maledetto: questa soddisfazione, la salute pacifica, il grasso ottimismo del borghese; la prospera disciplina dell’uomo mediocre, normale, dozzinale.
Hermann Hesse, “Memorie di H. Haller – Soltanto per pazzi”, Il lupo della steppa




La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni.
Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.
Herman Hesse, Il lupo della steppa


Egli non fu mai lieto in nessuna mattinata della sua vita, non ha mai fatto nulla di bene prima di mezzogiorno. Solo durante il pomeriggio si scaldava lentamente e diventava vivo, soltanto verso sera, nelle giornate buone, diventava fecondo, attivo, persino ardente e lieto. Per questo aveva bisogno di solitudine e indipendenza. Nessuno ha mai avuto bisogno più profondo di essere indipendente. Da giovane quando era ancora povero e faceva fatica a guadagnarsi il pane preferiva soffrire la fame e andare in giro stracciato pur di salvare un brano della sua indipendenza. Non si è mai venduto per denaro, non si è mai dato alle donne o ai potenti, e mille volte ha buttato via e rifiutato quello che secondo tutti sarebbe stato il suo bene. 
 Hermann Hesse, Il lupo della steppa

Come corpo ognuno è singolo, come anima mai
Hermann Hesse, Il lupo della steppa



L'uomo non è una forma fissa e permanente..., ma un tentativo, una transizione, un ponte stretto e pericoloso fra la natura e lo spirito.
Verso lo spirito, verso Dio lo spinge il suo intimo destino; a ritroso, verso la Natura, verso la Madre, lo trae la sua intima nostalgia: tra l'una e l'altra di queste forze oscilla la sua vita angosciata e tremante.
Hermann Hesse, Il lupo della steppa


In realtà nessun io, nemmeno il più ingenuo è un'unità, bensì un mondo molto vario, un piccolo cielo stellato, un caos di forme, di gradi e situazioni, di eredità e possibilità.
Come corpo ogni uomo è uno, come anima mai.
Hermann Hesse, Il lupo della steppa


Il petto, il corpo è infatti sempre uno, le anime invece che vi albergano non sono due o cinque, ma infinite; l'uomo è una cipolla formata di cento bucce, un tessuto di cento fili. I vecchi asiatici lo sapevano bene e lo Yoga dei buddhisti ha inventato una tecnica precisa per smascherare l'illusione della personalità. Divertente e molteplice è il giuoco dell'umanità: l'illusione, per smascherare la quale l'India si è affaticata per un millennio, è quella stessa che l'Occidente ha durato uguale fatica a sostenere e a rafforzare… Se consideriamo il lupo della steppa con questo criterio, capiremo perché soffra tanto della sua ridicola duplicità. Egli crede, come Faust, che due anime siano troppe per un solo petto e pensa che lo debbano dilaniareSono invece troppo poche e Harry fa violenza alla sua povera anima quando cerca di comprenderla in un'immagine così primitivaBenché sia persona così colta, Harry si comporta come un selvaggio che non sappia contare più in là di due. Una parte di sé la chiama uomo, l'altra parte lupo, e con ciò crede di aver finito e di aver esaurito il suo compito. Nell'"uomo" egli caccia tutto quello che ha in sé di spirituale, di sublimato o per lo meno di culturale, e nel "lupo" tutto ciò che ha di istintivo, di selvatico e di caotico. Ma la vita non è semplice come il nostro pensiero, grossolana come il nostro povero linguaggio di idiotiQuello che di volta in volta gli uomini intendono col concetto di "uomo" è sempre una convenzione borghese transitoriaInvece di restringere il tuo mondo, di semplificare la tua anima, dovrai accogliere più mondo e infine il mondo intero nella tua anima dolorosamente ampliata per poter giungere forse un giorno alla fine, al riposo. Questa via fu percorsa dal Buddha
Hermann Hesse, Il lupo della steppa



Di Hermann Hesse
Alcune parole di Haller [Haller si definiva "lupo della steppa" ndr] mi hanno fornito la chiave per questa comprensione. Una volta mi disse, dopo che avevamo parlato della cosiddetta ferocia del Medioevo: «Questa ferocia non è in realtà nulla. Un uomo del Medioevo detesterebbe l'intero odierno nostro stile di vita considerandolo nient'altro che atroce, terribile e barbaro! Ogni tempo, ogni cultura, ogni costume e tradizione ha il proprio stile di vita, ha le debolezze e le durezze, bellezze e crudeltà che gli si confanno, considera ovvie certe sofferenze, accetta pazientemente determinati mali. La vita umana diviene una vera sofferenza, un inferno solo laddove due epoche, due culture e due religioni si intersecano. Un uomo dell'antichità che avesse dovuto vivere nel Medioevo, si sarebbe sentito dolorosamente soffocare esattamente come un selvaggio si sentirebbe soffocare in mezzo alla nostra civiltà. Ci sono solo tempi nei quali una intera generazione capita fra due epoche, due stili di vita, cosicché ogni ovvietà, ogni costume, ogni sicurezza affettiva ed innocenza per lui sono perdute»
Hermann Hesse, Il lupo della steppa.





questo romanzo di Hesse è qualcosa di fantastico..... sottolinea la magnificenza dell'uomo in quanto uomo. Che nella sua complessità diventa qualcosa di squisitamente magnifico. Partiamo da un uomo solo, triste e che si sente vecchio, e arriviamo a tantissimi uomini ognuno dei quali gioca la sua parte.






La nascita della borghesia è stata soluzione nel suo tempo al contrasto tra teocrazia papale e potere imperiale-feudale. Nel novecento la nascita delle masse proletarie che rivendicano diritti ed ora le nuove elite finanziarie e tecnoscientifiche hanno oscurato il ruolo guida della ex borghesia illuminata non più apportatrice di rinnovamento e oggi parassitaria e marginale.



EmpaticaMente




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