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venerdì 16 dicembre 2011

Esopo. LA RANA E LO SCORPIONE. Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura



Bada di non perdere la sostanza quando cerchi di afferrare l'ombra.
Esopo, Favole


I malvagi non mutano indole neanche quando vengono trattati bene.
Esopo


Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura.
Favola di Esopo. LA RANA E LO SCORPIONE



La storia è questa. Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana generosamente accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede“Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura”.
Esopo, Lo scorpione e la rana



Esopo - La Cicala (Italiana) e le Formiche (tedesche)
Era d'inverno, e le formiche stavano asciugando il loro grano, che si era bagnato. Ed ecco che una cicala affamata andò a chiedere loro del cibo. Ma le risposero le formiche: "Perché durante l'estate non hai fatto anche tu provviste?" Rispose la cicala: "Non ne avevo tempo, ma cantavo armoniosamente". E quelle, ridendole in faccia, le dissero: "Beh, se nel tempo estivo cantavi, d'inverno balla".



Uno "stravolgimento" della cicala e la formica...
niente male come "altra prospettiva" sulla quale riflettere...



Il dualismo giusto/sbagliato.


C'erano una volta un Orso e un'Ape che vivevano in un bosco ed erano grandi amici. Per tutta l'estate l'Ape raccolse il nettare dalla mattina alla sera, mentre l'Orso sdraiato sul dorso tra l'erba alta si crogiolava al sole. All'approssimarsi dell'inverno l'Orso vide che non aveva nulla da mangiare e pensò: "Spero che quell'Apina operosa dividerà un po' del suo miele con me". Ma l'Ape era introvabile - era morta di una patologia coronarica causata dallo stress.




Esopo - Il Cavallo e l'Asino
C'era un uomo che aveva un asino e un cavallo. Un giorno che stavano viaggiando per la strada, l'asino disse al cavallo: "Prendi un pò del mio carico se non vuoi vedermi morto". Ma l'altro non volle saperne. L'asino, sfinito dagli stenti, stramazzò e morì. Allora il padrone trasferì sul dorso del cavallo tutto il carico e in più la pelle dell'asino. Il cavallo allora piangendo esclamava: "Ahimè disgraziato! Che cosa mi è mai successo, povero infelice! Per aver rifiutato parte di quel peso, ora sono costretto a portarlo tutto, e in più anche la pelle". 




Esopo - La zanzara e il leone
"Io non ho paura di te, e tu non sei più forte di me; e allora di che genere è la forza che hai? Che graffi con le unghie e che mordi coi denti? Ma questo lo fa anche una donna che litiga col marito! Io sono davvero molto più forte di te. Se tu vuoi, misuriamoci anche in combattimento." E, dopo aver suonato la tromba, la zanzara si avventò trafiggendo l'avversario intorno alle narici, nelle parti senza peli della faccia.
Il leone, usando gli artigli, non riusciva ad altro se non a graffiare se stesso, finché decise di abbandonare la lotta. Allora la zanzara, che aveva vinto il leone, suonando la tromba e cantando vittoria volò via; ma impigliatasi in una ragnatela, mentre stava per essere mangiata, si lamentava che essa, abituata a lottare con animali più grandi di lei, doveva morire per via di un insetto insignificante come il ragno. 




Esopo - Il lupo e l'agnello
Un lupo che aveva visto un agnello intento a bere presso un fiume volle divorarlo, accampando una motivazione che fosse plausibile. Perciò, nonostante si trovasse più a monte, prese ad accusare l'agnello dicendo che gli intorbidiva l'acqua, impedendogli di bere. Ma il lanuto rispose che stava bevendo a fior di labbra e che peraltro, trovandosi più a valle, non poteva sp...orcare l'acqua a lui.
Il lupo, allora, visto fallire il pretesto addotto, disse: "Però l'anno scorso tu offendesti mio padre!". E come l'agnello gli ebbe risposto che a quell'epoca non era ancora nato, gli fece il lupo: "Guarda che, pure se hai facili gli argomenti per scagionarti, non per questo rinuncerò a mangiarti!".
La favola dimostra che di fronte a coloro che hanno la propensione a commettere ingiustizie non può nulla neppure la difesa più giusta.




Esopo - Il leone e il topo
Mentre un leone dormiva in un bosco, topi di campagna facevano baldoria. Uno di loro, senza accorgersene, nel correre si buttò su quel corpo sdraiato. Povero disgraziato! Il leone con un rapido balzo lo afferrò, deciso a sbranarlo. Il topo supplicò clemenza: in cambio della libertà, gli sarebbe stato riconoscente per tutta la vita. Il re della foresta scoppiò a ridere e ...lo lasciò andare.

Passarono pochi giorni ed egli ebbe salva la vita proprio per la riconoscenza del piccolo topo. Cadde, infatti, nella trappola dei cacciatori e fu legato al tronco di un albero. Il topo udì i suoi ruggiti di lamento, accorse in suo aiuto e, da esperto, si mise a rodere la corda. Dopo averlo restituito alla libertà, gli disse: "Tempo fa hai riso di me perché credevi di non poter ricevere la ricompensa del bene che mi hai fatto. Ora sai che anche noi, piccoli e deboli topi, possiamo essere utili ai grandi."

La favola mostra come, col mutar delle circostanze, anche i potenti possono aver bisogno dei deboli.Una zanzara, avvicinatasi a un leone. 



Era d'inverno, e le formiche stavano asciugando il loro grano, che si era bagnato. Ed ecco che una cicala affamata andò a chiedere loro del cibo. Ma le risposero le formiche: "Perché durante l'estate non hai fatto anche tu provviste?" Rispose la cicala: "Non ne avevo tempo, ma cantavo armoniosamente". E quelle, ridendole in faccia, le dissero: "Beh, se nel tempo estivo cantavi, d'inverno balla".
Esopo - La Cicala e le Formiche.



Esopo: La volpe e l'uva
Una volpe che aveva fame, come vide su una vite dei grappoli sospesi, volle impadronirsene ma non poteva.
Allontanandosi disse fra sé: "Sono acerbi". Così anche alcuni uomini, non potendo raggiungere i propri scopi per inettitudine, accusano le circostanze.





Esopo - La volpe e la cicogna.
"La volpe e la cicogna erano buone amiche. Un tempo si vedevano spesso, e un giorno la volpe invitò a pranzo la cicogna; per farle uno scherzo, le servì della minestra in una scodella poco profonda: la volpe leccava facilmente, ma la cicogna riusciva soltanto a bagnare la punta del lungo becco e dopo pranzo era più affamata di prima. "Mi dispiace" disse la volpe "La ...minestra non è di tuo gradimento?" "Oh, non ti preoccupare: spero anzi che vorrai restituirmi la visita e che verrai presto a pranzo da me" rispose la cicogna. Così fu stabilito il giorno in cui la volpe sarebbe andata a trovare la cicogna.
Sedettero a tavola, mai i cibi erano preparati in vasi dal collo lungo e stretto nei quali la volpe non riusciva ad infilare il muso: tutto ciò che poté fare fu leccare l'esterno del vaso, mentre la cicogna tuffava il becco nel brodo e ne tirava fuori saporitissime rane. "Non ti piace, cara, ciò che ho preparato?"
Fu così che la volpe burlona fu a sua volta presa in giro dalla cicogna.
 




http://www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/leone-moscerino.htm


 

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