Assai acquista chi perdendo impara.
Michelangelo Buonarroti
Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo
Michelangelo Buonarroti
La mia anima non può trovare nessuna scala per il Paradiso che non sia la bellezza della terra.
Michelangelo Buonarroti
Signore, fa che io possa sempre desiderare più di quanto riesca a realizzare
Michelangelo Buonarroti
Desti a me quest'anima divina.
E poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile Com'è triste viverci dentro.
Michelangelo Buonarroti
Desti a me quest'anima divina.
E poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile Com'è triste viverci dentro.
Michelangelo Buonarroti
Io non ho mai scolpito statue. Le statue stanno ferme, immobili sui loro piedistalli a sputar sentenze. Ti guardano dall’alto verso il basso e attraversano i secoli senza dire niente di nuovo, senza lasciare ai posteri l’amore di chi le ha create.
Ho sempre preferito fare sculture. Hanno racchiuso in sé tutto il senso del movimento e non rimangono mai immobili per più di qualche secondo. Se osservate da diverse angolazioni, le espressioni dei loro volti cambiano e possono a volte sorridere, altre imbronciarsi oppure divenire giocose.
Parlano direttamente al cuore e anche se non proferiscono parola, proclamano a tutti i loro sentimenti mettendo a nudo l’animo di chi le ha create.
Adesso sapete che differenza intercorre fra una statua e una scultura. Se andate in un qualsiasi museo non perdete tempo guardando le statue, ma correte subito verso le sculture perché attendono con ansia di raccontarvi le loro meravigliose storie di vita vissuta.
Michelangelo Buonarroti
Ho sempre preferito fare sculture. Hanno racchiuso in sé tutto il senso del movimento e non rimangono mai immobili per più di qualche secondo. Se osservate da diverse angolazioni, le espressioni dei loro volti cambiano e possono a volte sorridere, altre imbronciarsi oppure divenire giocose.
Parlano direttamente al cuore e anche se non proferiscono parola, proclamano a tutti i loro sentimenti mettendo a nudo l’animo di chi le ha create.
Adesso sapete che differenza intercorre fra una statua e una scultura. Se andate in un qualsiasi museo non perdete tempo guardando le statue, ma correte subito verso le sculture perché attendono con ansia di raccontarvi le loro meravigliose storie di vita vissuta.
Michelangelo Buonarroti
La lista della spesa di Michelangelo nel 16esimo secolo...
illustrato perché il servitore era analfabeta.
Nessun testo alternativo automatico disponibile.
Consiglio la lettura del bel romanzo su Michelangelo di Irving Stone: Il Tormento e l'estasi
Ho avuto la fortuna di vedere i "contratti" originali, con tanto di spese e pagamenti, di quando Michelangelo lavorò nella Basilicata di San Pietro e il Bernini al baldacchino
Un vero spettacolo..e la firma e la calligrafia del Bernini... meraviglioso..
illustrato perché il servitore era analfabeta.
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Consiglio la lettura del bel romanzo su Michelangelo di Irving Stone: Il Tormento e l'estasi
Ho avuto la fortuna di vedere i "contratti" originali, con tanto di spese e pagamenti, di quando Michelangelo lavorò nella Basilicata di San Pietro e il Bernini al baldacchino
Un vero spettacolo..e la firma e la calligrafia del Bernini... meraviglioso..
Il 6 marzo 1475 nasce a Caprese, nel territorio della Repubblica di Firenze, Michelangelo Buonarroti.
Prima di tutto scultore, sarà pittore, architetto e poeta.
Annoverato già dai contemporanei tra i più importanti artisti di ogni tempo, diverrà tra i tormentati protagonisti del Rinascimento italiano, lavorando alla corte dei Medici e di papa GiulioII.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo la Pietà, il David, la tomba di Giulio II e gli affreschi della CappellaSistina.
Nel 'Giudizio Universale' singolare la raffigurazione dell'apostolo Bartolomeo ritratto con il coltello nella mano destra e con la sinistra che regge una pelle umana. La tradizione vuole che il santo fosse stato scuoiato vivo. Nel viso della pelle scuoiata appena accennato, molti critici hanno individuato l'autoritratto di Michelangelo.
(1475-1564) Nacque a Caprese.Nell'aprile 1488 venne collocato a bottega presso il Ghirlandaio, tuttavia non vi rimase a lungo. Grazie all'ammirazione di Lorenzo il Magnifico poté venire a contatto anche con gli altri umanisti della cerchia medicea. Alla fine del 1495 si recò a Roma conquistandosi in pochi anni vastissima rinomanza con la Pietà vaticana. Tornò a Firenze e l'opera che maggiormente impegnò l'artista fu il David marmoreo. Nel marzo 1505 ebbe da parte di Giulio II l'incarico di costruire il monumento funebre del pontifice ma quando, dopo la scelta e l'estrazione dei marmi presso Carrara, Michelangelo tornò a Roma il pontefice gli annullò l'incarico. Nel maggio 1508 sottoscrise il contrato per la decorazione ad affresco della volta della Capella Sistina. Terminati gli affreschi della Sistina riprese i lavori per la sepoltora di Giulio II. A questi succedette nel 1513 Leone X, il cardinale Giovanni de Medici.
Nel 1534 si stabilì a Roma, accogliendo l'invito di Clemente VII e l'incarico di dipingere sulla parete dell'altare nella Cappella Sistina il 'Giudizio Universale'. Con il Giudizio l'opera di Michelangelo appare rivoluzionaria e polemica. Negli ultimi vent'anni gli interessi del Buonarroti si spostarono sull'attività architectonica. Nelle sculture degli anni estremi (Pietà da Palestrina e Pietà Rondinini) si rivelà un conflitto insanabile con le forme e gli ideali d'arte del Rinascimento. Michelangelo si spense a ottantotto anni il 18 febbraio 1564.
Scolpi il David in una pietra che gli artisti del suo tempo non avevano osato scolpire... Emblema di coraggio e perché no... Ambizione!
Su Michelangelo. Delle storie sul suo Mosè.
Si dice che Michelangelo, ammirando il suo Mosè, estasiato dalle forme possenti e tanto realistiche dell’imponente scultura, sia stato colpito da un violento accesso d’ira ed abbia esclamato la celebre frase «Perché non parli!?» colpendolo violentemente sul ginocchio destro con una martellata, irritato dal suo silenzio.
Si narra anche, e risulterebbe documentato da una lettera, che la statua abbia subito una torsione dinamica del tronco e della testa dopo il marzo del 1542, a 25 anni di distanza dalla prima versione dello scultore.
Il conoscente del Buonarroti che ha scritta la lettera (recentemente riscoperta da Antonio Forcellino) diceva che descriveva questo episodio su richiesta del Vasari, ma né quest'ultimo, né la successiva storia dell'arte ne fanno alcun riferimento: dopo aver visto nella casa di Michelangelo il Mosè, questo informatore aveva commentato con il Buonarroti: «Se questa figura stesse con la testa in qua credo che forse facesse meglio».
Quando il conoscente era tornato, due giorni dopo, Michelangelo gli aveva detto scherzando: «Non sapete, il Moisè ce intese parlare laltro giorno et per intenderci meglio se è volto». Ed egli aveva visto «che li aveva svoltata la testa et sopra la punta del naso gli haveva lasciata un poco della gota con la pelle vecchia, che certo fu cosa mirabile ne credo quasi che a me stesso considerando la cosa quasi che impossibile».
Durante l'ultimo restauro alcuni indizi si sono però aggiunti a confermare l' ipotesi della torsione, operata in seguito dallo scultore: l'imponente barba è tirata verso destra, perché a sinistra sarebbe venuto a mancare il marmo per rifarla perpendicolare come era nella prima versione e, per operare la torsione del corpo, il trono su cui Mosè è seduto venne abbassato a sinistra di 7 centimetri.
Per appoggiare indietro il piede sinistro l'artista è costretto inoltre a stringere il ginocchio di 5 centimetri rispetto al destro ed infine, esaminando la statua di spalle, (cosa che non avveniva dagli spostamenti dei tempi del Canova) si è scoperto che vi è sopravvissuta una larga cintura scomparsa però nella parte anteriore.
Il vero motivo che avrebbe spinto Michelangelo a girare la testa del Mosè sarebbe stato di ordine religioso: secondo lo studioso Frommel, Michelangelo fa distogliere al suo Mosè lo sguardo dagli altari dell'abside e del transetto, dove venivano venerate le catene di San Pietro e concesse le indulgenze a innumerevoli pellegrini, proprio come se avesse visto un nuovo vitello d'oro: quindi la statua che aveva contribuito a far considerare Michelangelo campione della controriforma. in realtà sarebbe la prova della sua profonda adesione al movimento riformatore.
Mosè è stato scolpito con lo sguardo fiero, come un capo votato alla propria fede che guarda con rimprovero i sudditi disubbidienti, una barba fluente che tiene con la mano sinistra e il braccio destro che regge invece le tavole della Legge stranamente messe al rovescio, come se fossero scivolate dalle sue braccia.
Si dice anche (voce di popolo) che guardando meglio sotto il labbro, a destra, sulla barba siano scolpiti il profilo di papa Giulio II e una testa di donna: ho cercato tanto, ma non li ho trovati!...
Su Michelangelo. Delle storie sul suo Mosè.
Si dice che Michelangelo, ammirando il suo Mosè, estasiato dalle forme possenti e tanto realistiche dell’imponente scultura, sia stato colpito da un violento accesso d’ira ed abbia esclamato la celebre frase «Perché non parli!?» colpendolo violentemente sul ginocchio destro con una martellata, irritato dal suo silenzio.
Si narra anche, e risulterebbe documentato da una lettera, che la statua abbia subito una torsione dinamica del tronco e della testa dopo il marzo del 1542, a 25 anni di distanza dalla prima versione dello scultore.
Il conoscente del Buonarroti che ha scritta la lettera (recentemente riscoperta da Antonio Forcellino) diceva che descriveva questo episodio su richiesta del Vasari, ma né quest'ultimo, né la successiva storia dell'arte ne fanno alcun riferimento: dopo aver visto nella casa di Michelangelo il Mosè, questo informatore aveva commentato con il Buonarroti: «Se questa figura stesse con la testa in qua credo che forse facesse meglio».
Quando il conoscente era tornato, due giorni dopo, Michelangelo gli aveva detto scherzando: «Non sapete, il Moisè ce intese parlare laltro giorno et per intenderci meglio se è volto». Ed egli aveva visto «che li aveva svoltata la testa et sopra la punta del naso gli haveva lasciata un poco della gota con la pelle vecchia, che certo fu cosa mirabile ne credo quasi che a me stesso considerando la cosa quasi che impossibile».
Durante l'ultimo restauro alcuni indizi si sono però aggiunti a confermare l' ipotesi della torsione, operata in seguito dallo scultore: l'imponente barba è tirata verso destra, perché a sinistra sarebbe venuto a mancare il marmo per rifarla perpendicolare come era nella prima versione e, per operare la torsione del corpo, il trono su cui Mosè è seduto venne abbassato a sinistra di 7 centimetri.
Per appoggiare indietro il piede sinistro l'artista è costretto inoltre a stringere il ginocchio di 5 centimetri rispetto al destro ed infine, esaminando la statua di spalle, (cosa che non avveniva dagli spostamenti dei tempi del Canova) si è scoperto che vi è sopravvissuta una larga cintura scomparsa però nella parte anteriore.
Il vero motivo che avrebbe spinto Michelangelo a girare la testa del Mosè sarebbe stato di ordine religioso: secondo lo studioso Frommel, Michelangelo fa distogliere al suo Mosè lo sguardo dagli altari dell'abside e del transetto, dove venivano venerate le catene di San Pietro e concesse le indulgenze a innumerevoli pellegrini, proprio come se avesse visto un nuovo vitello d'oro: quindi la statua che aveva contribuito a far considerare Michelangelo campione della controriforma. in realtà sarebbe la prova della sua profonda adesione al movimento riformatore.
Mosè è stato scolpito con lo sguardo fiero, come un capo votato alla propria fede che guarda con rimprovero i sudditi disubbidienti, una barba fluente che tiene con la mano sinistra e il braccio destro che regge invece le tavole della Legge stranamente messe al rovescio, come se fossero scivolate dalle sue braccia.
Si dice anche (voce di popolo) che guardando meglio sotto il labbro, a destra, sulla barba siano scolpiti il profilo di papa Giulio II e una testa di donna: ho cercato tanto, ma non li ho trovati!...
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