Pagine

lunedì 11 dicembre 2017

Blaise Pascal. Se Dio non c'è ed io ho creduto in lui ho perso poco. Ma se Dio c'è e voi non avete creduto in lui, avete perso tutto.

Il minimo movimento interessa tutta la natura: 
il mare intero cambia per una pietra.
Blaise Pascal, Pensieri


Il cuore ha le sue ragioni
che la ragione non conosce.
Blaise Pascal.


Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, 
hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci.
Blaise Pascal (Pensieri, 168)


La vanità è a tal punto radicata nel cuore dell'uomo che un soldato, un attendente, un cuciniere, un vessillifero si vantano e vogliono degli ammiratori. E anche i filosofi li vogliono, e quelli che scrivono contro tutto ciò vogliono la gloria di avere scritto bene, e quelli che leggono vogliono la gloria di averli letti, e anch'io che sto scrivendo ho forse questo desiderio, e forse quelli che lo leggeranno…
Blaise Pascal



Quando considero la breve durata della mia vita, immersa nell'eternità che la precede e la segue, il piccolo spazio che occupo e persino che vedo, inabissato nell'immensità infinita degli spazi che ignoro e che mi ignorano, mi sgomento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, dal momento che non c'è nessuna ragione perché sia qui piuttosto che là, perché ora piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e opera di chi questo luogo e questo tempo è stato destinato a me? «Memoria hospitis unius diei praetereuntis».
Blaise Pascal, Pensieri


Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell’avvenire. 
Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne lume al fine di predisporre l’avvenire. Il presente non è mai il nostro fine: il passato o il presente sono i nostri mezzi; solo l’avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali.
Blaise Pascal


Noi non viviamo mai nel presente. Anticipiamo il futuro, troppo lento ad arrivare, come per affrettarne il corso, o ricordiamo il passato, troppo rapido nel passare, come per fermarlo. Vaghiamo, imprudenti, in tempi che non ci appartengono e non pensiamo affatto al solo che ci appartiene; vanamente preoccupati di quelli che non sono che un nulla, senza riflettere fuggiamo l’unico tempo che abbia realtà. È che il presente per lo più ci ferisce. Lo nascondiamo alla nostra vista perché ci fa star male e se è piacevole è allora spiacevole vederlo passare. Tentiamo di farlo durare verso il futuro e ci preoccupiamo di predisporre cose che non sono affatto sotto il nostro controllo perché sono in un tempo – il futuro – che non siamo affatto sicuri di riuscire a vivere.
Ciascuno esamini i propri pensieri. Li troverà tutti diretti verso il passato o verso il futuro. Non pensiamo quasi affatto al presente, e se lo facciamo è solo per trarne lumi per organizzare il futuro. Il presente non è mai il nostro scopo. Così non viviamo mai, ma aspettiamo di vivere, e preparandoci sempre ad essere felici finiamo per non esserlo mai. 
Blaise Pascal


« Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa io stesso. 
Sono in un'ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa stessa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi dell'universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po' di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l'eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un'ombra che dura un'istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare. »

Blaise Pascal, “Pensieri”, 194




"In me l'ateismo non é nè una conseguenza, nè tanto meno un fatto nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio é una risposta grossolana, un'indelicatezza contro noi pensatori: anzi, addirittura, non é altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare! [...] 
Il concetto di Dio fu trovato come antitesi a quello di vita, in esso fu riunito in una terribile unità tutto ciò che vi era di dannoso, di velenoso, di calunnioso, tutto l'odio mortale contro la vita. Il concetto dell'al di là, del vero mondo fu creato per disprezzare l'unico mondo che ci sia, per non conservare più alla nostra realtà terrena alcuno scopo, alcuna ragione, alcun compito! I concetti di anima, di spirito, e, infine, anche quello di anima immortale, furono inventati per insegnare a disprezzare il corpo, a renderlo malato- cioè santo- per opporre a tutte le cose che meritano di essere trattate con serietà nella vita."
F. Nietzsche - Ecce Homo



Se Dio non c'è ed io ho creduto in lui ho perso poco.
Ma se Dio c'è e voi non avete creduto in lui, avete perso tutto.
Blaise Pascal.

L'immagine può contenere: 1 persona, sMS

Fausto Gaudieri
Allora scommettiamo che ci sono tutti gli altri esseri immaginari:
folletti, vampiri, e fondiamo chiese con tanto di influenza politica basate su di loro.
Ma il mondo non ha abbastanza oro per altre.
Che vuol dire ha perso poco? Magari ha dimenticato i vivi.


Emanuele Turrini
È bellissima anche la massima che disse:
"l'uomo è una canna pensante ma una delle più fragili, condannata a PENSARE."




Alessandro Tufillaro
L'uomo ha bisogno di un Dio? oppure è Dio che ha bisogno di un uomo?

Luigi Giordana
Il Dio spinoziano non è tanto difficile.

Riccardo J. Canaletti
una piccola precisazione. Pascal non dice, dio esiste, credeteci.
Dice: "sai che c'è, io ci scommetto su; male che vada muoio e basta, ma in caso contrario me ne vado in paradiso"... mah non mi sembra una grande proposta per avvicinare le coscienze a dio.

Mario Cannavale
Il grande concetto della convenienza! Credo in Dio perché posso averne dei vantaggi!

Mario Cannavale Però bisogna considerare che se davvero Dio esistesse starà accanto anche a chi non crede in Lui! Questo è il concetto più importante! Come diceva Ugo Foscolo non importa se Dio esiste o non esiste, ma credere in Lui può portare benefici! In realtà soltanto chi soffre davvero nelle tragedie si rende conto che Dio non esiste! Nei campi di concentramento su un muro scrissero che un giorno Dio avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni! Mettiamoci nei suoi panni e capiremo cosa significhi davvero credere in Dio in un dolore fisico e psichico indescrivibile!


Riccardo J. Canaletti 
infatti io non volevo dimostrare l'esistenza di Dio. 
Non me ne può fregar di meno, guarda. Io non sono credente, credo solo che la questione non possa essere liquidata in maniera superficiale visto che la struttura stessa della società in cui viviamo è profondamente teologica. Io credo anche che non sia così importante stabilire se Dio esista o meno, è una questione da poco ormai, davvero poco utile e davvero poco sensata. La filosofia non può più parlare dell'esistenza di Dio, ma può invece prendere atto delle possibili conseguenza che la vita potrebbe avere vista la presenza o meno di un Assoluto (ab solutus) che potrebbe anche essere semplicemente lo Stato, o il Capitale


Angela Galli
La scommessa di Pascal. Avverto il cinismo dell'uomo di scienza. Scommettere quando non c'è nulla da perdere ma forse qualcosa da guadagnare è comodo. Ognuno è gettato nel mondo a caso, mi sembra Heidegger. Vivere la vita e scommettere tutti i giorni sapendo di poter perdere. Questo è molto difficile, scomodo. Ma anche emozionante.


Valter Villa
Anche pascal e Cartesio si dichiarano credenti anzi asseriscono che tutto il sapere filosofico parte da Dio. Questo pur essendo degli uomini di scienza; lo stesso Voltaire se vogliamo scrive qualcosa per ingraziarsi o perlomeno per tenere buona la Curia, ma sospetto più che legittimo è che a fronte non diciamo del tribunale dell'Inquisizione, ma anche solo Del Santo uffizio che poteva tranquillamente decidere chi pubblicasse e chi non pubblicasse libri, se il filosofo voleva mangiare doveva necessariamente tenerselo abbastanza amico...



Primo Sparviero
Pascal si rifaceva a S.Agostino, per cui l'uomo è condannato già dalla nascita dal peccato trasmesso da Adamo per cui non può salvarsi con le sole sue forze ma attraverso la grazia di Dio, per cui l'uomo non ha il libero arbitrio.